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libertà di ciascuno con la libertà di tutti gli altri, si è l'accordo libero tra coloro che sentono l'utilità e la necessità dell'accordo.

Cosi solo, andando dall'individuo al gruppo, e da questo a collettività di più in più larghe si può arrivare ad una organizzazione sociale, in cui mentre la volontà e l'autonomia di ciascuno sono impetrate, si à il vantaggio della massiam cooperation sociale, e resta sempre aperta la via a tutti i perfezionamenti, a tutti i progressi futuri.

* * *

Un'ultima osservazione.

In ogni corpo politico vi son oggi differenze enormi di condizioni materiali e di sviluppo intellettuale e morale tra regione e regione, tra città e campgna, ecc. - e le parti più arretrante, più reazionarie sono sempre la grande maggioranza.

E' una questione di fatto verificabile in tutti i paesi del mondo. Dappertutto, a causa dello Stato che constringe a stare insieme gli elemenit più diversi e contrarii, a causa della legge a cui tutti sono constretti di ubbidire, dappertutto sono le regioni più arretrate che dàn la forza ai rispettivi governi di tener nell'ubbidienza quelle più avanzate, e cosi impediscono loro di costituirsi in modo rispondente alle proprie aspirazioni ed al proprio grado di sviluppo materiale e morale; sono le campagne che tengono a treno le città; sono gli abbrutiti dalla miseria, gli analfabeti, i sommessi, i superstiziosi che servono d'instrumenot ai dominatori per opprimere gl'intellegenti, gli spregiudicati, i ribelli.

Ora, col suffragio universale i legislatori escono dalla maggioranza; poi è la maggioranza dei legislatori, cioè la parte più retriva di essi, che fa la legge. Ne risulta quindi che la legge è fatta effettivamente dalla minoranza, ma dalla minoranza più arretrata.

Si aggiunga a questo l'illusione per la quale le minoranze più progredite sperano sempre di potere pacifiacmente raggiungere la maggioranza e si lasciano paralizzare dalla legalità, e resterà dimostrato come il sutfrafio universale lungi dall'essere uno strumento di emancipazione e di progresso, è un mezzo per andare indietro.

Date, per esempio, il suffragio universale all'Italia, ed invece di aver realizzato un progresso, avrete instaurato, peggio ancora che non sia oggi, il dominio dei preti e dei grossi proprietary rurali.

Ma vogliamo noi dunque il dominio delle minoranze? vogliamo quello che si chiama il dispotismo illuminato?

Certamente no, prima perchè non ammettiamo che alcuno abbia il diritto d'imporsi agli altri neppure a fin di bene, nè crediamo al bene fatto per forza; secondo, perchè ciascuno crede di aver la ragione per sè e man-

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